Fashion in Flair

Quando andavo alle elementari, tanto tempo fa, l’inizio del tema del lunedì era sempre lo stesso: “Ieri sono andata con i miei genitori e le sorelline a…”

Dal momento che i vecchi tornano bambini… comincio ancora così: sabato scorso sono andata con le figlie a Lucca a vedere una mostra intitolata “Fashion in Flair!

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L’evento si svolgeva nella suggestiva Villa Bottini

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nei pressi della Porta San Gervasio

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una splendida villa cinquecentesca all’interno delle mura della città, una mostra di artigianato ad alto livello, con tutta la sua forza e creatività.

Tradizione e sperimentazione coprono tutti gli ambiti dei lavori: gioielli, oggetti di arredo, cosmetici, fragranze e pitture, è una festa di colori, profumi e allegria.

Nel grande giardino erano dislocati alcuni stand di abbigliamento, il bar e altri che riguardavano comunque il cibo e la sua cultura con la possibilità di fare una merenda “ecologica”…

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Il resto della mostra era all’interno della magnifica villa: un labirinto di sale dove c’era da guardare i banchi ma anche le pareti e i soffitti affrescati

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mentre, scendendo una scala altri banchi si trovavano nei locali che ospitavano probabilmente le cucine e le camere della “servitù “con i soffitti a botte, molto belli.

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Tanto pubblico da far girare la testa, per cui mi sono soffermata soprattutto su quello che amo di più: i fiori e la grande abilità delle mani.

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con dei curiosissimi frutti di una felce tropicale

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Ma soprattutto mi ha incantato il banco degli origami: la carta che si piega all’abilità delle mani diventando uccello, fiore, gioco…

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Era così tanto che non riuscivo più ad andare a vedere un evento che nonostante la stanchezza mi sono riempita gli occhi e il cuore!

Poi sulla via del ritorno …

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Tammam Azzam

Girando su facebook ho notato una foto che mi è sembrata molto bella e che mi ha incuriosito:

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mi sembrava impossibile che si trattasse di un vero dipinto e ho cercato di approfondire.

La mia curiosità è stata premiata da quello che ho trovato: si tratta dell’opera di Tammam Azzam, un giovane artista siriano, nato a Damasco nel 1980 che ora vive e lavora in Dubai.

lui

Tammam ha creato una forma ibrida di pittura sovrapponendo varie superfici usando vari materiali di uso comune.

Dall’inizio della rivolta in Siria ha iniziato a creare delle composizioni sovrapponendo alle immagini delle città devastate dai bombardamenti altre immagini di opere d’arte famose.

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Oltre alla oramai conosciuta foto del bacio di Klimt con cui vuole protestare contro la sofferenza della Siria, anche con le altre opere Tammam intende “sottolineare il parallelo tra le più grandi conquiste dell’umanità e la distruzione che l’uomo è in grado di infliggere”

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Esponendo lo stato attuale della sua terra al mondo alla mostra “Creative Syria” del 2012, Azzam ha messo in risalto una situazione tragica, che spesso non è sufficientemente conosciuta.

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Ho scelto alcune delle immagini che mi hanno più emozionato ma avrei voluto inserirle tutte per la forza e il pathos che trasmettono!

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E per finire la speranza in un girotondo!

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Una domenica pomeriggio a Firenze

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Non mi era mai capitato – e come me a nessuno dei presenti che aspettavano di entrare nella grande cupola del Planetario di Firenze – di essere accolta dall’applauso di quel Coro (Il coro della Scuola di Musica di Sesto Fiorentino) che andavamo ad ascoltare nel loro Concerto di Musica e Poesia.

Quando mi era arrivato l’invito da parte di un’amica avevo pensato di partecipare, sicuramente per il programma molto bello, ma soprattutto per la curiosità di vedere il Planetario in cui non ero mai entrata –  a dire il vero non sapevo neppure con precisione dove si trovasse, pensavo fosse ad Arcetri dove c’è l’Osservatorio mentre si trova proprio nel cuore della città.

Bene, entriamo e ci fanno accomodare sulle poltrone che sono nella sala circolare al di sotto della gran cupola. Il primo “incontro” con queste comodissime poltroncine è spiazzante per chi, come me, non le conosce, infatti sono basculanti e si possono muovere tutto in giro ed anche arrivare ad una posizione quasi distesa….per permettere di guardare il cielo stando assolutamente comodi .

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Una volta trovata la posizione giusta la cosa è anche piacevole….

Inizia l’esibizione del coro. Sulla cupola vengono proiettate una alla volta delle diapositive di oggetti celesti, galassie per lo più, ognuna con il testo della poesia che viene recitata, alternata ai brani musicali, da uno dei coristi. Tutte le poesie hanno come tema il cielo. Sono di Tagore, Trilussa, Gibran, Khayyàm, De Espronceda, Leopardi, Lasker-Schuler e Saint-Exupery.

Mentre, una notte, se n’annava a spasso,
la vecchia Tartaruga fece er passo
più lungo de la gamba e cascò giù
co’ la casa vortata sottinsù.
Un Rospo je strillò: – Scema che sei!
Queste so’ scappatelle
che costano la pelle… –
Lo so: – rispose lei –
ma, prima de morì, vedo le stelle.
           (Trilussa)

I brani di Rossini, Mozart, Schubert, Tosti, Bruckner, Debussy, Fauré e Vivaldi. Sono tutti brani brevi, mottetti, graduali, italiani, francesi e tedeschi.

In aggiunta al programma il Maestro ha fatto esibire una nuova componente del coro, una giovane soprano giapponese, dalla voce d’angelo, che ha cantato un dolcissimo canto del suo paese nella sua lingua (prima è stato spiegato perché fosse comprensibile). E’ una musica con un ritmo e una cadenza molto diversa dalla nostra ma assolutamente affascinante!

Alla fine gli applausi del pubblico sono stati scroscianti, convinti, meritatissimi e il loro ringraziamento è stato un bis dal loro repertorio “Non ti fidar di un bacio a mezzanotte” cantato come un mottetto, con le voci che si rincorrono, veramente delizioso, che ha dimostrato una volta di più la grande bravura di questo coro che è formato da 12 elementi più un pianista che li accompagna e, ovviamente, dal Maestro direttore che ha cantato anche lui uno dei brani.

Al termine anche i coristi si sono seduti con il pubblico, si sono spente le luci e sulla volta della cupola è apparso il cielo stellato. Una incredibile miriade di stelle….quelle che anche noi dovremmo vedere nelle notti serene e che invece l’inquinamento luminoso ci ha fatto perdere…

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Un astronomo – ora in pensione, di cui purtroppo non ricordo il nome, che merita un grazie grande per la capacità e l’amore con cui ci ha raccontato l’avventura dell’uomo nella conoscenza del cielo –  era alla consolle da cui “dirigeva” e spiegava il cielo di questo periodo dell’anno.

Ha fatto vedere i vari punti di riferimento che i popoli prendevano nella volta stellata per capire la direzione da seguire o per programmare i viaggi. Per aiutarci nella visione faceva ruotare il cielo in modo da indicare le varie stelle in una posizione per noi più comoda.

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Per me che amo l’astronomia e tutto quello che concerne le stelle è stato un momento di fascino e commozione ma anche di tristezza al pensiero di quanta bellezza stiamo perdendo quando con un po’ di buona volontà si potrebbe recuperare il rapporto col cielo:qui in Toscana sono state fatte le giuste leggi per trasformare l’illuminazione in modo da dare luce alla terra ma lasciare al cielo il suo “buio”. Certo ci vuole tempo e denaro ma almeno i nostri nipoti potranno godere di nuovo la vista delle stelle!

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Ricordi della passata stagione teatrale – parte 1^

Anche quest’anno voglio fare un riepilogo della stagione teatrale scorsa. Come oramai saprete, quella del teatro è una passione che divido con mia figlia e devo dire che quest’anno solo una volta siamo uscite deluse dallo spettacolo, e non per lo spettacolo in sé quanto per la scadente prestazione di due attori famosi.

Una serie di spettacoli di Alessandro Riccio….un nome,  una certezza: Stefanaccio al Museo Bardini – la storia del grande collezionista Stefano Bardini, Baroque al Parco dell’Anconella, I Fiorenzini – che ha presentato un duo eccezionale di “artisti di strada” nella splendida cornice di Villa Gerini, Cabaret a Giogoli, nella canonica della magnifica Pieve Romanica.

Musica e risate, personaggi demodé comici e romantici, una irresistibile fisarmonica.

La parte del leone l’ha fatta il Teatro Lumière, un giovanissimo teatro che proprio lo scorso anno aveva iniziato la sua vita. C’eravamo state una volta e ci era piaciuto molto, una bella sala, piccola ma piacevole, un ambiente accogliente. Così quest’anno abbiamo fatto l’abbonamento – una formula convenientissima, valida per tutti gli spettacoli, che ci garantiva sempre gli stessi posti nelle giornate da noi scelte. Il cartellone prometteva molto bene e valeva senz’altro la pena di provare….. ed è stata una scelta vincente!

La stagione ha presentato spettacoli belli ed interessanti e ritrovarsi ogni volta con le stesse persone ha fatto sì che siano nate anche delle belle amicizie e ogni serata sia diventata anche un piacevole ritrovarsi e condividere sorrisi, risate e pathos, merito anche di un Direttore artistico (che è anche attore) sempre presente, sempre disponibile e molto preparato.

Abbiamo visto “A letto dopo Carosello” con Michela Andreozzi, volto conosciuto in tv, con una spassosa carrellata sugli spot di Carosello, che ha coinvolto e divertito il pubblico.

 “Mediano di spinta” con il bravissimo Michele La Ginestra, un poetico monologo sul calcio e sull’amicizia.

 “La vendetta di Afrodite” con Michela Menchi e Marcellina Ruocco, una commedia tutta al femminile originale e divertente.

Non c’è bisogno di presentare la divertentissima commedia “Arsenico e Vecchi merletti”, che tutti conoscono almeno nella versione cinematografica di Frank Capra.

Ugo Dighero, un volto amato dal grande pubblico, ha presentato “Look up America” dove dà vita ad un commovente “profeta di strada”.

A febbraio c’è stato – fuori abbonamento – Riccardo Marasco che ci ha fatto cantare tutti con le sue conosciutissime (almeno per i fiorentini) canzoni e i suoi scanzonati stornelli.

Un inedito “Riccardo III” , una lettura-concerto che ha visto in scena Daniela Morozzi con Leonardo Brizzi ed un’orchestra di bravissimi adolescenti.

Silvia Frasson, narratrice poliedrica e di grande fascino, ha interpretato un testo originalissimo, scritto da lei stessa, su Giovanna d’Arco, “Santa Giovanna dell’immaginazione”.

La coppia Maria Paola Sacchetti e Marcello Sbigoli ha proposto “Piccoli crimini quotidiani” , di Eric Schmitt, una commedia ricca di colpi di scena, dove la verità non è mai quello che sembra.

Due grandi attori, Debora Caprioglio e Lorenzo Costa….la delusione di quest’anno…hanno interpretato “Una stanza al buio” che avrebbe dovuto essere un intrigante giallo. I due attori lo hanno ripresentato dopo 5 anni senza però fare almeno una prova ….lascio immaginare il risultato.

Ha chiuso in bellezza la stagione “La fuga di Casanova” con Maurizio Lombardi, giovane affascinante attore, che ha interpretato un testo poetico, breve ma intenso insieme a due bravissimi giovani attori emergenti.

 

Per 5 volte ci ha visto il teatro Puccini, con “Terapia terapia”: Daniela Morozzi, Roberto Nobile e Gianni Ferreri (tutti e tre conosciuti in Distretto di Polizia…e non solo) offrono un testo che affronta in chiave comica, ma non per questo superficiale, i drammi del matrimonio attraverso un viaggio analitico, Articolo Femminile, ancora con Daniela Morozzi – una analisi Illogica della carta stampata.

 Ancora una volta Alessandro Riccio con altri bravissimi attori torna con “Gianni Schicchi”, divertentissima commedia in costume storico, con le scenografie dello street art Clet.

“Smetti di piangere Penelope”, una commedia francese, interpretata da Tosca d’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo. Tre amiche che si ritrovano dopo anni che si confrontano fino allo scontro sul tema della gravidanza ma che alla fine si aiuteranno a capire cosa significhi “volere un figlio”.

Infine “Twist”, una sit-com dal ritmo serrato, di continui colpi di scena, di risate, di situazioni paradossali nate tutte da una serie infinite di bugie che finiscono per essere scoperte tutte nello spazio di una notte. Cinque bravissimi interpreti, uno dei quali che cura anche la regia, è Marco Predieri, il Direttore artistico del Teatro Lumière.

…… prosegue…..

Fiera del cioccolato artigianale

 

LA FIERA DEL CIOCCOLATO ARTIGIANALE

 

Bianco, nero, al latte, fondente… Il cioccolato, in tutte le salse e varietà, è stato il protagonista a Firenze della sesta edizione della “Fiera del Cioccolato artigianale”, nella splendida cornice di Piazza Santa Croce, sotto lo sguardo vigile del “buon Padre Dante”…..

 

 

Oltre ai 56 stand della piazza, una serie di eventi, in teatri, librerie e ristoranti, vedranno protagonista il cioccolato, dalle cene in cui il cacao è usato come spezia da cucina per un menù tutto a base di cioccolato, ad un percorso storico dal titolo accattivante “quando il cacao diventò cioccolato”, perfino – per accontentare veramente tutti i gusti un particolarissimo aperitivo “Vegan chocolate finger food”.

 

Anche il Teatro alla Pergola è intervenuto aprendo il Saloncino a L’O’, bottega di profumi artigianali che ha presentato nuove sensazioni in cui si fondono olfatto e gusto. 12 nuove profumazioni…..tutte “da gustare”…

 

Non è mancata neppure una lezione di ginnastica “dolce”, tenuta sul sagrato della chiesa da un esperto di scienze motorie, alla fine della quale è stata offerto ai partecipanti il classico “spuntino energetico”….pane e cioccolata…

 

Nel primo pomeriggio per la gioia dei bambini, è stata servita la merenda: cioccolato e panna!!!!

Tra l’altro, data la coincidenza con il carnevale, domenica – finalmente, dopo tanta pioggia, una giornata di sole – erano tante le mascherine con in mano il loro bicchierino bianco e i “baffi” di cioccolato!!!!

 

 

Gli espositori provenivano da tutta l’Italia, ma si trattava sempre di artigiani, nessuna industria era presente!

 

Banchi non solo buoni….anche belli da vedere

 

 

Queste sono alcune delle ricette delle prelibatezze dei maestri cioccolatieri…. Da provare…

 

 

-Perle piccanti al cioccolato

INGREDIENTI: 250 g di ricotta fresca, 100 g di cioccolato extra fondente, 40 g di zucchero, 1 bustina di vanillina, 1 cucchiaio di Rum scuro, peperoncino rosso in polvere, noci, arachidi, cacao

PREPARAZIONE: spezzettate il cioccolato e fondetelo nel forno a microonde o a bagnomaria. Intanto a parte lavorate la ricotta con lo zucchero, quindi unite il Rum, la vanillina, il peperoncino e per ultimo aggiungete il cioccolato fuso. Mescolate bene e riponete l’impasto in frigorifero per circa 30 minuti, in modo tale da far rapprendere l’impasto per poi lavorarlo meglio. Formate delle palline grandi quanto una ciliegia e passatele negli ingredienti che più vi soddisfano. Questi semplici cioccolatini si possono fare anche con il cocco, aggiungendo nell’impasto 50 g. di farina di cocco per poi passarli di nuovo nella farina di cocco.

 

-Gnocchi al cioccolato

INGREDIENTI: 400 g di farina, 120 g di burro, 100 g di zucchero, 3 uova, 50 g di cacao amaro, 2 dl di olio di oliva, 3 cucchiai di zucchero a velo, 1 bicchierino di rum

PREPARAZIONE: impasto il burro a pezzetti morbido, la farina setacciata, le uova, lo zucchero, il cacao (tranne un cucchiaio) e il rum. Lascio riposare l’impasto 10′. Formo dei rotolini e ne ricavo dei tocchetti di 2 cm. Li friggo nell’olio, li scolo su carta assorbente, li cospargo di cacao e zucchero a velo e li servo caldissimi.

E questa per chi si vuole cimentare in un “secondo” particolarissimo….

– Maialino da latte con salsa al cacao

INGREDIENTI: 400  g di maialino da latte (sella o cosciotto),
2 cipolle dolci, 1 bicchiere di vino rosso, 1 cucchiaio di panna , 2 cucchiaini di cacao amaro in polvere, 1 pomodoro piccolo, farina q.b., alloro, olio extravergine di oliva, sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE: cuocere nel forno il maialino condito con sale, pepe ed olio, per 30 minuti a 200° C.
In un tegame mettere un filo d’olio, scaldarlo ed aggiungere le cipolle tagliate molto finemente (a velo) e cuocerle con l’alloro.
Pelare il pomodoro, tagliarlo a cubetti ed aggiungerlo alle cipolle.
Togliere il maialino dal forno e tenerlo al caldo.
Nel fondo di cottura del maialino aggiungere il vino rosso e le cipolle. Unire la panna, il cacao ed un poco di farina setacciata e legare la salsa.
Mescolare continuamente e cuocere a fuoco dolce fin quando la salsa non avrà assunto una consistenza cremosa e vellutata.
Servire il maialino tagliato a fette con la salsa.
Questo piatto può essere accompagnato con della patatine novelle cotte al vapore.

 

 

…..all’anno prossimo!!!

 

Arte,genio, follia

 

 

 

Domenica 8 marzo a Siena.

Santa Maria della Scala, uno dei complessi museali più belli d’Italia.

 

 

Con alcuni amici sono stata ad ammirare la splendida mostra “Arte, genio, follia. Il giorno e la notte dell’artista”, una mostra scelta e curata da Vittorio Sgarbi.

E’ un itinerario pittorico in nove sezioni, che raccoglie le opere artistiche di 300 Autori italiani, europei ed extraeuropei che hanno sofferto di turbe psichiche e hanno travasato le loro inquietudini e  il proprio forte disagio mentale nelle loro tele.

Questa mostra si distingue per essere una seria indagine, un cammino che tenta di indagare il rapporto che intercorre tra la produzione artistica e le difficoltà mentali che assillano il pittore, senza tuttavia rinunciare alla fondamentale prospettiva storica e a tutti i coloro che hanno studiato “arte, genio e follia” da punti di vista differenti, artistici, scientifici o medici.

Il percorso della Mostra inizia dal periodo medievale, quando i folli venivano imbarcati e dopo un lungo e tragico viaggio, erano abbandonati alla deriva – dai marinai della nave – nella sperduta isola di “Mattagonia”, il regno della follia.

 

(Ortolani – La nave dei folli)

 

La prima sezione si conclude con la presentazione di manufatti che dimostrano quanto l’arte non sia possibile solo per i normali, anche se tutto quello che veniva catalogato come “follia” veniva curata dai medici, solo con strumenti medicali e contenutivi, che secondo le teorie del tempo, avrebbero dovuto migliorare la condizione dei pazienti.

 

La seconda si intitola  “Nato sotto Saturno” e contiene nove busti di Messerschmidt… Per poter sfuggire “all’attacco dei demoni”, queste sculture hanno volti incredibili, contratti dalle smorfie più strane, nella speranza di convincerli ad allontanarsi.

 

 

La terza è l’arte al tempo di Nietzsche – una delle più belle sezioni (almeno per me) – dove si possono ammirare le creazioni artistiche di Vincent Van Gogh, Munch, Strindberg e Kirchner , che per tacitare le loro ossessioni, soli e reclusi nel loro insondabile mistero, si sono allontanati dalla realtà, per rifugiarsi in un mondo simbolico e visionario raccontato con colori brillanti e da una sbrigliata fantasia, che hanno dato origine ai loro stupendi, enigmatici quadri.

 

(Van Gogh – il giardiniere)

 

 

(Munch)

 

La quarta racconta la guerra vista dagli occhi degli artisti: sono esposte le tele di Otto Dix, Geroge Grosz, Renato Guttuso e Mario Mafai, incentrate, con una lugubre allegoria senza tempo, sulla assurda follia delle guerre.

 

(Otto Dix – Menshen in Trummern)

 

La quinta è un omaggio a Prinzhorn… psichiatra e storico che incontrò l’arte nei suoi “maestri schizofrenici”…quella che nasceva negli ospedali psichiatrici.

 

La sesta è dedicata all’Art Brut –la follia intesa come molla della creatività

Intanto il cammino si è “dipanato” nelle varie sale – ogni sala ha una breve ma chiara spiegazione di quello che c’è, del periodo, del coinvolgimento di arte, scienza e medicina.

 

A questo punto ero stanchissima.

Con un colpo di fortuna mi sono trovata in uno spazio multimediale, dove proiettavano un documentario “Lo specchio, la tigre, la pianura” che mostrava il pittore Ligabue nella sua terra.. nella sua casa, nella sua tragica povertà..

Mi sono fermata a guardare, comodamente seduta in una poltroncina rossa,  affascinata ancora di più da quest’uomo rozzo e gentile di cui pochi hanno accettato la  diversità così che la sua solitudine si è popolata di incubi…

Da lì parte la serie delle sue tele.

 

(Antonio Ligabue – autoritratto)

 

Davanti ai quadri di Ligabue mi sono soffermata a lungo, incantata dalla sua anima semplice e bizzarra, dal segno forte e sicuro dei suoi autoritratti e del suo bestiario sgargiante e battagliero.

 

(Antonio Ligabue – la pantera)

 

Mi suscita tenerezza la smodata passione per le rosse motociclette sapendo che per poterle comprare le barattava con un prezioso quadro, così come barattava un suo disegno per un timido bacio.

Di lui il personale medico e infermieristico, nel manifesto mortuario, tra le altre frasi dell’epitaffio fece scrivere:-…” la bellezza delle sue opere parlerà anche alle generazioni future, di uno spirito che soffrì ed amò con l’eccezionale forza dei sentimenti.”

 

Nell’ottava sezione vengono mostrati alcuni casi italiani. Mi ha colpito Carlo Zinelli, che non conoscevo, per la spontaneità e l’autenticità delle sue opere.

 

 (Carlo Zinelli – Ballerine nere su nave)

 

La nona è  praticamente un viaggio in toscana dove, soprattutto a San Salvi e a Castelpulci furono ospitati varie anime artisticamente inquiete

 

Una sezione a parte è la decima: vengono presi in considerazione artisti del XX° secolo, il surrealismo di Max Ernst e Victor Brauner.

 

(Victor Brauner – Le ver luisant)

 

 Naturalmente tanto di più si trova in questo bell’itinerario, ma queste sono le cose che mi hanno più colpito e che hanno catturato il mio interesse…..

Per guardare tutta la mostra bisognerebbe fare un settore per volta…..

Avendo solo una giornata a disposizione ho preferito lasciarmi portare dal mio gusto per evitare di fare una “indigestione” che non mi avrebbe lasciato niente dentro…

 

Sono uscita dalla Mostra contenta, contenta di quello che avevo visto, dello splendido sole di Siena, della meraviglia del Duomo, incantata dalla conchiglia di piazza del Campo…. e dalle gustose frittelle che venivano offerte a tutti…..

 

Però devo confessare che, andando avanti nel percorso,  mi sono sentita sempre più nella mente e nel cuore tutta la sofferenza di quanti hanno attraversato con la loro vita le barbare torture fisiche prima e successivamente morali che la “diversità” ha sempre causato e causa tutt’ora …..

 

(Hieronimus Bosh – Il concerto nell’uovo)

 

  

Terra Futura

 
TERRA FUTURA
 
 
Si è aperta ieri la mostra Terra Futura: La Toscana ha una profonda attenzione per le buone pratiche legate alla sostenibilità solidale, economica e ambientale.
Al centro della manifestazione sono sempre state la "rete", la "condivisione degli obiettivi", la "discussione".
Sempre seguendo la stessa idea, il filo conduttore di quest’anno sono le "alleanze".
Firenze è fatta così…. o non c’è nulla di interessante da vedere o ci sono contemporaneamente due o più mostre, un mercato, un evento per cui è obbligo scegliere, dato che non abbiamo il dono dell’ubiquità.
Ora ci sono le due mostre degli iris e delle rose, la mostra di Fattori, il Genio Fiorentino (che il maltempo ha sciupato impedendo le letture di Dante nelle vie della città, così come ha sciupato i due giardini).
La mostra di Fattori è aperta fino a metà giugno, perciò ieri mattina ho scelto di visitare la mostra Terra Futura – per vedere cosa si può fare per salvare il nostro pianeta.
 
 

il futuro della terra

 
 
Era anche l’occasione per conoscere alcune persone che prestano la loro attività per l’associazione Bambini nel Deserto che è diventato il mio modo di sentirmi vicina al mio sogno d’Africa….
Mi sono fermata un po’ con Alex e Frankie allo stand che sebbene piccolo, ha i colori della terra d’Africa che lo rendono suggestivo.
 
 
 

Alex allo stand

 
 
Poi ho continuato il giro.
E’ soprattutto una mostra d’informazione, ma ci sono anche tante cose curiose, come il gioco dell’ecologia, che fanno i bambini delle scuole che vengono in tante: i bambini sono il futuro!
E’ una specie di gioco dell’oca e ogni casella ha un suo particolare richiamo all’etica e all’ecologia. I bambini fanno da pedine….. dalle risate che si sentono deve essere molto divertente!
 
 

il gioco dell'ecologia

 
 
Una delle cose che più mi hanno attratto sono i tessuti al telaio, tutte fibre naturali…
 
 

telaio e tessuti naturali

 
 
Ho incontrato anche la mia amica ceramista – il suo banchino è spesso alla Fierucola di Santo Spirito – con le sue campanelline delle fate e gli altri oggetti in ceramica che lei fa con un gusto finissimo
 

la ma amica ceramista

 
 
Le premesse per un mondo nuovo, i tentativi per riportare l’uomo alla sua dimensione vera, l’amore e il rispetto per la natura ci sono. C’è la consapevolezza della necessità di dare una svolta al modo di pensare prima di distruggere definitivamente il mondo e le sue risorse.
 
 

una speranza per il futuro

 
 
E questa nuova piazza, che è all’uscita della mostra, è il segno della speranza che tutto questo non sia solo una bella iniziativa, o belle parole, tentativi che si spengono per l’indifferenza di chi dovrebbe far diventare questo "piccolo coro" la voce di tutto il mondo.