Saper gioire delle cose più semplici!
Saper gioire delle cose più semplici!
Che poi tutti gli anni è la stessa cosa… buona volontà ce ne è tanta ma tra il dire e il fare….
Oggi qui a Firenze la temperatura è di -5. Le previsioni dicono che resterà sotto lo zero per tutta la giornata….
Non facciamoci abbattere, ridiamoci sù..
Che vuol dire “Vigilia di Tutti i Santi”… il nostro Ognissanti….
Da qui Halloween.
Probabilmente già negli antichi ludi romane si può trovare traccia di questa festa, ma storicamente le origini vengono fatte risalire ai Celti, popolo di pastori, che alla fine dell’estate riportavano a valle le greggi. Finiva così la stagione estiva e il 1° novembre festeggiavano l’inizio del nuovo anno con la festa di Samhain, signore dell notte e delle tenebre. Nella notte gli spiriti dei morti tornavano a festeggiare insieme ai vivi il raccolto, e esorcizzavano la paura antica della morte e delle calamità…
Niente a che vedere con le zucche, le ragnatele ed i fumetti pieni di spiriti, con i bambini che girano per le case con il loro “dolcetto e scherzetto”.
Non sarebbe niente di male se la festa non fosse diventata la festa del consumismo!
Per questo domani io festeggio Tutti i Santi … anche se farò parte della minoranza!!!
A
AUGURI, BUON ONOMASTICO A TUTTI!!!
Un ferragosto con il cielo che non sa bene cosa vuol fare, una cappa di umidità che leva il fiato….
Spesa fatta, che poi siamo in due e ci basta davvero poco; ho preparato presto la parmigiana di melanzane per “fare festa” così fa a tempo a raffreddarsi per pranzo…
E resta tempo per i ricordi… e solo a ripensarci mi scappa da ridere…
Siamo nell’agosto 1950, passiamo le vacanze a Piano di Sorrento, uno dei tre paesi della costa sorrentina, vicinissimi tra loro: Piano, appunto, Meta di Sorrento e Sant’Agnello di Sorrento.
Le feste erano veramente “feste” e venivano preparate con tanta cura.
Ricordo che passavo i giorni precedenti il ferragosto nella farmacia di Sant’Agnello (la farmacista era la madrina di mia sorella): siccome ero molto precisa lei mi permetteva di aiutarla a preparare le bustine di bismuto per le indigestioni dovute alle abbuffate….e ce ne volevano tante, praticamente quanti erano i paesani!
La sera della vigilia grandi cocomerate sulla spiaggia e il giorno dell’Assunta messa solenne nelle tre chiese maggiori e più tardi le processioni, un rito allora molto sentito.
Quell’anno era stato deciso di farle di sera, così da renderle particolarmente suggestive con le luminarie. Ogni paese dava il massimo per rendere la propria più bella e ricca delle altre: i tre paesi amici si mettevano in competizione …
Alle 21 suonano le campane e, tra canti e litanie, ogni processione parte dalla chiesa del suo paese e comincia il giro per le strade, la Madonna in testa seguita da lunghe file di fedeli
Tutte e tre si avviano verso la spiaggia per la benedizione finale….ma quando arrivano una vicina all’altra cominciano i guai: le tre Madonne vengono posate per terra e comincia la guerra….”dobbiamo passare prima noi perché la nostra Madonna è più importante”…”no, è più importante la nostra”…“no, la nostra ha fatto più miracoli”… volano improperi e anche qualche cazzotto…
Ci vuole un bel po’ perché i tre preti riescano a riportare la calma….
Alla fine – ritornata la pace – la grande benedizione che concilia tutti i cuori!
E si può riprendere a mangiare e bere in amicizia!!!!
Uno dei luoghi di rito per la Pasquetta dei fiorentini era (ma penso che lo sia ancora) il Pratone di Vallombrosa.
Il Pratone è grandissimo e può accogliere mezza Firenze senza che ci si dia noia….anzi, magari offrendo l’occasione ad amicizie nuove e per i bambini di formare bei gruppi e divertirsi tutta la giornata.
Noi, cognati, cognate, suocere e figli già formavamo un bel gruppo di 18 persone…
La sera prima, finiti i festeggiamenti pasquali, ci eravamo dedicati alla preparazione del picnic: immancabili la frittata di pasta
la schiacciata con la mortadella
le uova sode
e varie pizze salate
ovviamente con un buon Chianti e l’acqua….meglio dell’acqua fresca di montagna cosa c’è!!!!
La meravigliosa foresta di Vallombrosa copre un’area che va dai 500 ai 1400 metri circa ed era ricoperta inizialmente da faggi, castagni e cerri. Poi i monaci benedettini vallombrosani introdussero l’abete bianco creando una delle più belle abetine dell’Appennino Toscano.
A proposito dei monaci la storia racconta che ai primi di marzo del 1036 il monaco benedettino Giovanni Gualberto (che poi fu dichiarato santo) stesse scappando da Firenze a causa dei suoi contrasti con il vescovo e si trovasse in un luogo chiamato allora Acquabella. Di notte lo sorprese una tempesta e lui decise di fermarsi sotto un vecchio faggio
(Il vecchio faggio di San Gualberto)
Quando si svegliò si stupì di avere i vestiti completamente asciutti: il vecchio faggio aveva rivestito i suoi rami di foglie e l’aveva riparato! Giovanni interpretò questo miracolo come segno che si dovesse fermare lì e infatti lì fondò la Congregazione dei monaci benedettini Vallombrosani. Da quel piccolo insediamento nacque la bellissima Abbazia di Vallombrosa.
Nel 1866 il territorio passò allo stato italiano che vi insediò il primo Istituto Forestale italiano per il rimboschimento. Alle vecchie piante furono aggiunte altre specie esotiche – la più importante ed imponente è la Tuya gigantea.
Ma …. ho perso di vista il perché di questo post….. “sfogliando” i ricordi mi è venuto in mente il più divertente dei picnic passati in quel prato: il giorno di Pasqua (doveva essere il 1978) era passato col sole quindi ci eravamo preparati per il picnic del giorno dopo…. Ma lunedì mattina diluviava!!! Sperando sempre che il tempo migliorasse siamo partiti in pompa magna! Arrivati al pratone la violenza dell’acqua non dava neppure la possibilità di scendere dalle macchine. Intenzionati a passare la giornata all’aperto rimanemmo imperterriti!!!! Non c’erano ancora i telefonini per cui scambiavamo chiacchiere e pensieri urlando dal finestrini per coprire il rumore della pioggia!!!!
Al momento di mangiare, tra le risate generali, si accostarono le macchine e si iniziò il passaggio delle cibarie (ognuno aveva preparato qualcosa che poi avrebbe messo in comune). Nonostante tutto riuscimmo a mangiare in allegria…anche se con i piatti un po’ “inumiditi”!
Il ritorno a Firenze avvenne ancora sotto la pioggia battente ….. Ma – per la verità – quella fu la Pasquetta più originale e divertente che io mi ricordi!!!!